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#YouAreTheMedia

  • Alessandro Morelli
  • 25 gen
  • Tempo di lettura: 3 min

Il nuovo progetto megalomane di Musk

Dopo aver distratto il mondo col suo saluto all’ insediamento del presidente Trump,

Musk torna di nuovo al centro del dibattito dopo la pubblicazione di un post della pagina

Instagram “Welcome to favelas” che conferma quanto si vociferava negli ultimi giorni: I

rappresentanti europei dell’uomo più ricco al mondo, ormai veri e proprio ambasciatori,

hanno incontrato realtà social europee indipendenti per una collaborazione.


IL PROGETTO: DA TWITTER A X

Il contenuto dell’incontro non è stato divulgato ma unendo i puntini possiamo provare a

delineare il nuovo progetto di Musk.

Nel 2022 il magnate acquista Twitter (cambiandogli successivamente il nome in X), il social network più influente nel dibattito politico e finanziario globale, per 44 miliardi di dollari,

facendone un enorme pulpito personale da cui parlare al mondo. Ma le motivazioni

fornite dal miliardario dietro l’acquisizione della piattaforma furono “E’ importante per il futuro

della civiltà avere una piazza digitale comune, dove un'ampia gamma di punti di vista può essere discussa in modo sano, senza ricorrere alla violenza, [...] Oggi c'è un grande pericolo che i social media si dividano in casse di risonanza di estrema destra e di estrema sinistra che generano più odio e spaccano la nostra società”.



L’ideale di libertà dell’autoproclamato “assolutista del discorso libero” si scontra con la strategia che Musk utilizza sul suo social e l’attuale stato di X, covo di odio, complottismi e fake news, a volte fomentati dal proprietario stesso come nel caso delle rivolte in Inghilterra. Lo scorso agosto il miliardario aveva ricondiviso un post di un esponente dell’estrema destra inglese Ashlea Simon che, durante le rivolte avvenute in Inghilterra a seguito della strage di Southport, aveva twittato un fotomontaggio di un articolo del

Telegraph in cui si affermava “Keir Starmer (primo ministro inglese ndr) sta pensando di costruire campi di concentramento nelle Isole Falkland” facendo visualizzare il post a 2,4 milioni di utenti e fomentando ulteriormente l’odio nelle strade inglesi.


MEGA: IL PIANO CONTRO L'UNIONE EUROPEA

Sebbene il più eclatante e il più esplicativo dell’enorme influenza di Musk sul mondo, questo

non è stato l’unico episodio in cui il CEO di Tesla è entrato a gamba tesa nelle questioni interne ai singoli stati europei. Dal “these judges need to go” in merito al processo contro Salvini per il caso Openarms all’endorsment a AfD “Alternative fur Deutschland), anch’esso partito di estrema destra, la cui leader Alice Wiedel è stata invitata proprio da Musk per un’intervista sul suo account X, che conta quasi 215 milioni di followers, dando al partito una visibilità enorme.

In un altro tweet, l’uomo più ricco del mondo ha postato quella che sembra la sua missione

su X “From MAGA to MEGA: Make Europe Great Again”: altro che libertà di parola, il

disegno di Musk si sposa con un’idea ben precisa; l’affermazione delle destre nazionaliste ed anti-europee in modo da innescare un dissolvimento della già fragile Unione Europea, con cui Musk ha qualche problema legale proprio nell’ambito X. il problema si chiama Digital Service Act, approvato nel 2022 dall’Unione Europea, che impone obblighi alle aziende come Meta e X tra cui la trasparenza sui dati e la segnalazione e azione sui contenuti, cosa che “l’assolutista del pensiero libero” non può accettare.



EUROPA WAKE UP

L’incontro tra gli esponenti del magnate e i proprietari di pagine come “”Welcome to Favelas”

seguono la strategia principale di Musk: Creare un’informazione alternativa

ai media classici...la sua.

Credere che Elon Musk sia il risolutore

dei problemi dell’informazione

è assolutamente ingenuo.

Gestire l’informazione,

renderla cioè libera e imparziale,

è uno dei problemi più gravosi in una

democrazia e non si può di certo metterla completamente nelle mani di un imprenditore,

tra l’altro l’uomo ricco del mondo,

proprietario di X e facente parte

di un governo straniero.

Gli Stati dell’Unione devono ancorarsi ai principi democratici di cui sono portatori e

unirsi per difenderli da chi crede di poterci giocare.



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