Trattative e prove di forza
- Alessandro Morelli
- 3 dic 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 11 dic 2024
Il conflitto russo-ucraino aumenta di intensità.
Stati Uniti e Russia mostrano i muscoli e alzano i toni in vista di un negoziato.
Con l’imminente arrivo di Trump alla Casa Bianca si intavolerà una (difficile) trattativa.
L’amministrazione Biden ha concesso all’Ucraina di colpire strutture militari nel territorio russo con i missili di fabbricazione statunitense ATACMS
la decisione arriva dopo che l’intelligence americana ha segnalato l’insediamento di truppe nord-coreane (tra le 8 e le 12.000) a Kursk, territorio russo.
Vladimir Putin ha accusato l’Occidente di aver reso il conflitto mondiale, si è riservato il diritto di attaccare strutture militari di paesi che consentono tali attacchi e ha aggiornato la dottrina nucleare russa:
la nuova dottrina aggiornata ribadisce che le armi atomiche vengano usate "come misura estrema e ultima risorsa" a scopo di difesa ma, allo stesso tempo, ne amplia la possibilità di impiego per rispondere a una possibile "minaccia critica alla sovranità e all'integrità territoriale". Inoltre, un'aggressione "da parte di uno Stato non nucleare con il coinvolgimento o il sostegno di uno Stato nucleare, sarà considerata come un attacco congiunto".
Inoltre la Russia ha cominciato a utilizzare il missile balistico ipersonico di medio raggio Oreshnik, capace di viaggiare a 2,5-3 km e in grado di eludere le difese ucraine, come dimostrato nell’attacco contro un complesso militare a Dnipro, sud dell’Ucraina.
Alla velocità di questo missile si aggiungono la sua capacità di contenere testate nucleari e, in ultimo, l’ampiezza del suo raggio d’azione:
Oreshink infatti è in grado di minacciare anche le principali capitali europee
Le mosse delle due superpotenze sono delle vere e proprie prove di forza attraverso le quali sia Biden che Putin si rivolgono, in primis, ai paesi europei:
Mentre Putin vuole disincentivare gli Stati europei a sostenere la causa ucraina gli Stati Uniti vogliono stringere i ranghi del campo occidentale dichiarando a un’Europa già rassegnata a dover scendere a patti con la Russia che saranno loro a decidere quando trattare.
Nella “trattativa” ha provato a dire la sua anche il presidente ucraino Zelensky proponendo di far aderire l’Ucraina, al momento non occupata, alla NATO per poi trattare con la Russia per la restituzione dei territori occupati.
La proposta è probabilmente inapplicabile ma fa capire come le parti sappiano che è arrivato il momento di sedersi a un tavolo in una trattativa tutt’altro che semplice.
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